Descrizione
Nel titolo Idilli napoletani vibra e scorre
il palpito di un sorriso ironico. Qui, infatti,
l’ironia è la nota fondamentale, naturalmente
verso tutto e tutti, compreso l’autore stesso,
che si trova coinvolto in ogni attimo
e in ciascuna situazione in un giuoco di scambi,
di straniamenti, di perdite di identità. La perdita
di identità, purtroppo, è attualmente il tratto
fondamentale della città di Napoli. Si dirà
che questa non è una novità, perché il fenomeno
riguarda il ritmo travolgente di cambiamenti
del mondo moderno. Pensiamo, ad esempio,
ai mutamenti giganteschi e traumatici
che investono sul piano paesaggistico
e antropico le regioni che si affacciano
sulle coste del Pacifico. Ormai, questo passa
il convento nel mondo attuale.
Ma ciò che accade nel mondo non è una fatalità:
il grande caos o il grande delirio, che tutti
ci coinvolge a spirale e ci trascina chissà dove,
è il risultato dell’azione nostra. Allora,
è necessario riflettere, anche a Napoli, nelsul
nostro vissuto quotidiano, nelsul nostro
piccolo, ma concretissimo spazio. È necessario
tenersi sotto osservazione e vedere se si possa
fare qualcosa di diverso, assumere un rapporto
più umano, ma non per linee generali
e generiche. Bisogna andare all’appuntamento
con l’istante, con la nostra vita cittadina,
che sta cambiando sul filo della perdita non solo
di identità, ma anche di solidarietà,
di partecipazione dei singoli all’affanno
e alle aspettative della comunità.
È questo l’invito, soffuso di malinconia, del libro.
Recensioni
Ancora non ci sono recensioni.