Descrizione
Emigrante?
No, turista!
Guardarsi dall’esterno fa bene, la distanza aiuta.
Ragazzo fidati, registrati quando parli, e ascolterai il tuo pensiero. Siine fiero.
Perché?
Per vivere devi mangiare, che equivale a uccidere. Non puoi evitarlo.
Sei costretto a farlo, devi fare male, è naturale. Se osservi la natura però
ti accorgerai che i sapiens sono riusciti là dove nessuna altra specie ha potuto.
Abbiamo sviluppato l’amore e l’arte, nel rappresentarlo, ce lo ricorda.
Maestro, potremmo dire quindi che il male è normale
e l’amore una sovrastruttura o, come dire, una nostra invenzione?
Ragazzo, non è questo il luogo né il momento adatto, siamo in copertina e che ca…
“bip”.
La comunicazione è messa a dura prova. Maestro e allievo scintillano.
Oggetto di contesa è il Jazz. Imprendibile, ineffabile, una sconfitta certa da cui si
trae una sfida con sé stessi come unica vittoria.
Un triangolo mistico appare all’orizzonte: Parker, Coltrane, Davis, il profeta, il veggente,
il divino in ordine casuale e intercambiabile.
Una cosa sola però è certa. Tra un suono e l’altro si udrà una pausa. Tienila stretta.
Il silenzio è uno spazio necessario all’esistenza.
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