Cesare Pavese al tempo del coronavirus

Catalfamo Antonio (a cura di)

20.00

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Descrizione

Il ventesimo volume, qui proposto, mantenendo il carattere internazionale e collettaneo dei contributi critici, vede la luce nella fase della pandemia da coronavirus, che incide in vario modo sulle relazioni sociali. Coglie l’occasione per avviare una riflessione profonda, a più voci, su come si configura la dimensione esistenziale nell’opera di Cesare Pavese, con riferimento al passato mitico, alle sue proiezioni nel presente e nel futuro (la società digitale iperconnessa), all’“autofigurazione” dello scrittore nella sua sofferenza, all’introspezione psicologica, nel rapporto comparativo con altri autori (Cristina Campo).

1 recensione per Cesare Pavese al tempo del coronavirus

  1. Angelo Piemontese

    Nell’ampio, articolato e ricchissimo scritto che apre il libro, Cesare Pavese e il mondo classico: «Il futuro ha un cuore antico», richiamandosi continuamente al testo dei Dialoghi con Leucò, agli studi e ai saggi dello Scrittore langarolo, Antonio Catalfamo guida il lettore a scoprire il significato profondo di quest’opera, unica nella nostra letteratura per struttura e tematiche affrontate. Continuando a far conoscere il veroPavese, fuori dalle etichette di comodo che via via gli sono state cucite addosso, Catalfamo dimostra che i Dialoghi con Leucò non sono un’opera decadente, ma affrontano gli “eterni problemi esistenziali e coscienziali” degli uomini dal punto di vista laico, comportando così la ribellione al proprio destino dell’uomo pavesiano. Ne deriva un’esaltazione della dignità umana in una serie di dialoghi, influenzati dal clima storico-politico del dopoguerra, ulteriore conferma della vigile attenzione pavesiana alla realtà del proprio tempo, rintracciabile in tutte le sue ultime opere. Accennando, infine, ai Saggi apparsi su L’Unitàdal 1945, lo Studioso conclude che alla base dell’impegno di Pavesec’è “il suo sogno in avanti”: una società fatta di uomini liberi e uguali, frutto della lotta quotidiana.
    Da sottolineare anche che, in apertura del Saggio, Catalfamo si diffonde in maniera competente e appassionata sul valore della cultura classica, oggi trascurata a favore del mito della tecnologia, al punto da portare alla decadenza del Liceo classico, “«scuola formativa, immediatamente disinteressata»”, che insegna ad avere “una concezione generale del mondo”.Dimostra, perciò, che bisogna, tornare agli antichi, i quali collegavano discipline umanistiche e scientifiche dando preminenza alla razionalità. In tal modo, lo Studioso rende ancora più attuale il messaggio dei Dialoghi con Leucò, rivelandone la sostanza umana profonda.
    In scia al tema trattato da Catalfamo, Franco Ferrarotti affronta il rapporto fra mito e storia in Pavese e Marta Mariani della lettura che lo Scrittore ha fatto de Il ramo d’oro” di Frazer. Ad ulteriore illustrazione dell’opera pavesiana, Josè Manuel de Vasconcelos si occupa dei racconti giovanili di Notte di festa e Hebe Silvana Castañodell’AutofigurazionediPavese nel suo Epistolario. Dell’attività di redattore einaudiano di Pavese dà conto Iuri Moscardi, ricostruendo la nascita e la pubblicazione dell’Antologia di Spoon River tradotta da Fernanda Pivano. A completare la ricca rassegna, VišniaBandalo fa un confronto stilistico-tematico fra lo Scrittore langarolo e Cristina Campo, mentre Daniel Del Percio e Nora Sforza illustrano il significato della figura del mendicante nell’opera pavesiana.
    Una pubblicazione densa e più che utile, quindi, per conoscere il vero Pavese.
    Angelo Piemontese, 25 Maggio 2021.

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