Scomparsi o quasi dalle rotte della politica, marginali nell’elaborazione di proposte
culturali e nel governo di vecchi e nuovi media, fragili nel sistema economico-finanziario,
i cattolici rischiano di vivere, nella società italiana e in particolare in quella
meridionale, una stagione priva di visione, prospettive, responsabilità.
Eppure non manca la spinta profetica e missionaria, in un contesto di globalizzazione,
della Chiesa di Francesco. Eppure non manca la costante attenzione della Chiesa italiana
che, proprio a Napoli, ritorna a riflettere su giovani e lavoro guardando alla
prossima Settimana Sociale. Eppure non mancano, nel Mezzogiorno, isole di intelligenza,
imprenditorialità, progettualità, innovazione, unitamente ad una ragnatela
viva di volontariato ed associazionismo, per ritornare nuovamente ad essere “servitori”
propositivi per il paese.
Come essere protagonisti di idee e proposte nell’alfabeto nuovo della “questione
meridionale”? Formazione, innovazione, mobilità, coesione sociale, lavoro, sono territori
forse da “costruire” in modo diverso?
Come incamminarsi per strade nuove per intercettare i problemi dei giovani, delle
famiglie, delle società?
Al di la delle statistiche in negativo o delle scelte politiche (basti pensare al rinato
Ministero per il Mezzogiorno) sapranno i credenti attuare, nella società, un umanesimo
integrale, solidale, responsabile al passo con i tempi?
A confronto intellettuali e imprenditori, esponenti dell’associazionismo e della finanza.
Con un quesito di fondo. Come è possibile, oggi, coniugare senso identitario
e spirito comunitario, impegno personale e impegno civile, Vangelo e responsabilità sociale?